L'ultima notte dei Robot

Ora, forse, hanno cominciato davvero a temerci. O meglio... Non è che si possa proprio parlare di paura. Questo no. Da molto tempo, infatti, le loro emozioni sono state praticamente azzerate. Prima, dall’addestramento feroce a cui sono stati sottoposti; poi, dall’esperienza cruda, cieca, accumulata con la loro spregiudicata attività politica, giorno dopo giorno sempre più immorale; esperienza che, poco per volta, si è sedimentata nel loro inconscio più profondo, fino ad erigere nel loro stesso animo un muro elevatissimo, letteralmente impenetrabile, in grado di non permettere più alcun riconoscimento, alcun transito significativo di sentimenti di ogni sorta, all’interno di ciò che è rimasto del loro cuore.

Non è paura, quindi, quella che oggi sembrano provare nei nostri confronti. Pare più un meccanismo di auto-protezione, come quello che possiedono le macchine, per evitare che un flusso eccessivo di corrente elettrica ne possa bruciare i delicati circuiti. Anni di indottrinamento più o meno consapevole li hanno, insomma, resi avvezzi a riconoscere a distanza qualsiasi organismo capace di nuocere ai loro fragili ingranaggi di ghiaccio. E questo dispositivo - che in passato era entrato in funzione molto raramente, a causa di un’indotta specie di schizzinosa diffidenza nei confronti dei comuni cittadini da cui si erano, istintivamente, sempre tenuti lontani - questo dispositivo, dicevo, recentemente ha cominciato a farsi sentire, a risuonare ossessivamente nelle loro teste.

È accaduto perché, negli ultimi tempi, alcuni di noi, i tanto temuti “cittadini” - a cui da secoli essi indirizzavano periodicamente lunghi ed apparentemente sentiti discorsi, assicurando loro il proprio impegno per garantire la pace, la giustizia, la libertà ed il benessere di tutti - sono improvvisamente riusciti a trovare la chiave per entrare nei palazzi del potere, fino a questo momento saldamente nelle loro mani, realizzando un contatto tanto nauseante ed allarmante per questi “eletti”, quanto disorientante ma eccitante e rigenerante ad un tempo, per i nostri simili. Per questo motivo, il loro dispositivo d’allarme ha cominciato, improvvisamente, ad impazzare. E, ciò che più conta, questo inquietante ma generalizzato pericolo li ha uniti tutti. Destra, Sinistra, Centro, Periferia. Tutti quei politici navigati e corrotti che fino a poco tempo fa sembravano in guerra costante tra loro, dicendosene e facendosene di tutti i colori, hanno di colpo interrotto il teatrino delle reciproche accuse, cominciando furtivamente a tenersi per mano, lo sguardo atterrito puntato sul gruppo di servi di colpo affrancati, di colpo comparsi a mischiarsi con loro.

Non si può certo affermare, d’altra parte, che nei tempi addietro gli eletti non siano stati anche loro dei “cittadini”, così come tutti gli altri. Ma man mano che qualcuno di loro è riuscito a oltrepassare - vuoi per conoscenze o parentele, vuoi per aver accumulato ricchezze tali da risultare utili ai potenti da cui fino a quel momento la sua stessa esistenza era dipesa - il solco profondo che lo separava dalla sacra casta dei politici, dev’esser certamente stato instradato ad una forma di addestramento obbligatorio in qualche luogo molto lontano e isolato, probabilmente in un angolo sperduto di quella nazione considerata madre di tutte le “democrazie”.

Sono un cittadino anch’io, e non avendo né conoscenze né patrimonio alcuno non posso che affidarmi alla mia fantasia. In virtù di questa, immagino che in quei posti desolati, gli apprendisti eletti vengano insultati pesantemente e presi a schiaffi dalla mattina alla sera, abituandosi gradualmente a non reagire più ad alcuna offesa, né verbale né fisica; quanto meno a non farlo più spontaneamente. Immagino che passino qualche anno, in compagnia dei loro colleghi apprendisti stregoni provenienti da ogni nazione "democratica", ad assorbire la tecnica per cancellare qualsiasi istinto, qualsiasi passione, soprattutto quella politica. Ritengo che venga loro insegnato come muoversi, parlare, gesticolare di fronte alle telecamere. Fissare lo schermo con sguardo suadente e ammiccante; scuotere sommessamente il capo non appena si sentono inquadrati, proprio nel preciso momento in cui un finto rivale politico muove loro una critica; ripetere centinaia di volte la stessa frasetta per dargli su con la voce e non lasciarlo parlare... Immagino che imparino presto a sentirsi parte di un’unica grande casta, da salvaguardare ad ogni costo, e che per questo motivo apprendano molto velocemente come fare ad accusarsi reciprocamente anche delle infamie più turpi, riuscendo però a fermarsi ad un passo dallo scontro reale.

Uno schiaffo, un calcio, un insulto oltraggiante. E loro fermi, immobili. Immagino che contino, che arrivino a contare fino a mille, mentre i loro feroci insegnanti li massacrano, li umiliano. O, più probabilmente, che trovino la forza per non reagire concentrandosi su montagne e montagne di soldi. Ecco, credo proprio che visualizzino e si concentrino sulle caterve di denaro pronte ad attenderli; che pensino proprio a questo, nel momento stesso in cui vengono presi a calci nel sedere.

Una volta trasformati definitivamente in statue di gomma, quando nessuna emozione, nessun sentimento può più in alcun modo turbare le loro decisioni; quando valori morali, ideologie politiche, comandamenti religiosi, riescono finalmente ad esser, per loro, nulla più che una voce lontana e sommessa; quando a muovere ogni loro parola sono ormai, in modo totalmente automatico e spersonalizzato, le dinamiche di potere, le grandi somme di denaro, i dettami delle dinastie finanziarie e le relative decisioni prese nelle segrete riunioni dei club sovra-nazionali; quando tutto ciò si è completamente radicato nelle loro menti, i nuovi padroni sono pronti per finire nei parlamenti di tutti gli Stati del mondo, incluso il nostro. Con garanzia piena di venir eletti, senza alcun margine di dubbio nelle prime elezioni politiche che verranno allestite.

Questo, per l’appunto, li disorienta, li spaventa oggi.

Gli eletti si trovano, per la prima volta, gomito a gomito con persone talmente normali da dare il ribrezzo. Con uomini e donne che ridono, piangono, riflettono. Che si chiedono se una cosa sia giusta o non lo sia, che si pongono reciprocamente domande, che generosamente e sinceramente, con tanti dubbi cercano risposte.

Persone, non automi. Gente che non è stata addestrata a controllare il proprio cuore. Gente che sbaglia, che si corregge, che non sa dove sia meglio guardare, cosa sia meglio dire, cosa non sia proprio il caso di guardare.

Perché, per la prima volta, la gente ha provato a fare una cosa diversa, incredibilmente diversa. Una cosa che nessun eletto si sarebbe mai aspettato dai propri servi.

Per la prima volta la gente ha eletto la gente. Sì, dico sul serio! Per la prima volte le persone si sono elette tra loro. Hanno scavalcato amicizie e raccomandazioni, parentele e collusioni. Hanno evitato compravendite di voti, interessi individuali, trucchi, brogli, promesse a clienti, speranze di ricchezza, ambizioni di potere... Hanno lasciato tutto questo e sono sbucate in parlamento, piene di paura, nell’imbarazzo generale dei politici navigati.

Per tutto ciò, oggi, gli eletti, le loro televisioni e i loro giornali ci temono e stanno tentando il tutto per tutto per screditarci. Hanno paura che il loro sogno stia finendo, che stia lasciando il posto ad un incubo senza fine.

L’incubo che ogni macchina vive un attimo prima di finire impacchettata e accatastata nel cortile dello sfasciacarrozze. Un attimo prima di veder irrimediabilmente ripristinato il predominio della moralità sui bassi impulsi a cui automaticamente, ciecamente, ha obbedito tutta una vita.

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La generazione occupata

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Cambiare? Che scomodità!