Le monete della Papessa

Michael Habicht, 17 dicembre 2018

Introduzione

Vorrei presentare l'articolo in un modo un po' insolito. Invece di descrivere il metodo che ha prodotto il risultato finale, presenterò prima i metodi generalmente accettati in ambito storiografico e archeologico e poi li applicherò al materiale che molti lettori non avranno ancora preso in considerazione.

Monete e fonti storiche

Le monete, di solito, testimoniano la reale esistenza della persona che ha il diritto di emetterle. Nel Medioevo questa regalia era severa e solo poche persone esercitavano questo diritto (l'imperatore, il re, il papa, alcuni nobili e chierici).

Le monete sono spesso l'unica prova per dimostrare l'esistenza di queste persone, specialmente se è messa in dubbio, quando gli altri tipi di documenti mancano. L'esistenza di diversi imperatori militari del III secolo è spesso attestata solo grazie a monete. E non è stata messa in discussione dagli esperti.

L'esistenza storica di una persona può inoltre essere corroborata da documenti del passato e dal fatto che anche altri scienziati supportino l'ipotesi. La combinazione di monete e documenti storici è molto convincente.

Al di là di queste prove, svilupperò nell'articolo una teoria che prende in considerazione la situazione sociale dell'epoca allo studio e la psicologia. Una teoria proposta deve essere realistica in riferimento alla situazione sociale di quel determinato periodo. La teoria può anche essere testata, se esistono determinati criteri predefiniti. Anche gli aspetti psicologici presi in considerazone debbono essere realistici.

Le monete dei Papi nell'IX secolo

Durante il tempo di Papa Leone III, il papato divenne dipendente dall'impero carolingio. Leone III non solo incoronò Carlo Magno nel giorno di Natale dell'anno 800 dC, ma adottò anche il denaro franco (Denaro) come moneta dello Stato pontificio (Berman 1993).

Questo Stato, da quel momento in poi, coniò monete d'argento con questa combinazione: un lato della moneta per il papa, l'altro per l'imperatore. Possiamo quindi contare su un'interessante combinazione di papa e imperatore, contemporaneamente al potere.

Come firma, in quel periodo venivano utilizzati monogrammi. il monogramma più famoso è quello di Carlo Magno. Anche i papi, per firmare documenti ufficiali, adattarono il monogramma. E i monogrammi di papi e imperatori venivano utilizzati anche sulle monete.

Monogrammi papali

I monogrammi papali trovati sulle monete sono una parte essenziale della teoria qui presentata. Sappiamo dalle monete combinate, per esempio, che Leone III firmava come LEO P, in combinazione con l'Imperatore Carlo Magno.

Molto simile, distinta solo da una lettera e da uno stile diverso, abbiamo un'altra combinazione: Leo IV che firma come LEO PA in combinazione con il nome e il monogramma dell'Imperatore Lotario I.

Più interessanti sono le monete di Papa Benedetto III. Sono conosciute in numismatica per essere combinate con due successivi imperatori, Lotario I e Ludovico II. Pertanto, si deve presumere che Benedetto III sia stato il successore di Papa Leone IV.

La combinazione di Benedetto III e dell'imperatore Lotario I è la più notevole. Secondo la cronologia ufficiale, Lotario abdicò all'inizio dell'estate 855, ritirandosi nel monastero di Prün. Lì morì il 29 settembre 855. Quindi, un tale tipo di moneta combinata non dovrebbe esistere affatto. Nonostante questo, in ambito numismatico, monete riportanti una tale combinazione sono considerate autentiche (Corpus Numorum Italicorum, Vol. XV - Roma, Parte I 1934, Berman 1993)

Secondo la cronologia papale ufficiale, Benedetto III è stato eletto papa con acclamazione popolare lo stesso giorno in cui morì Lotario e salì al potere Ludovico, cosa piuttosto difficile da credere. Inoltre ci viene tramandato che Anastasio bibliotecario tentò un "colpo di stato" contro Benedetto III con il sostegno politico dell'imperatore Lotario I. È quindi piuttosto improbabile che quell'imperatore non fosse più al potere già dall'autunno 855.

Le monete di Benedetto III e di Ludovico II attestano che Benedetto III fu Papa nell'anno 855 almeno fino al tardo autunno, quando firmò i privilegi, concessi al monastero di Corbie, datati 7 ottobre 855. Ciò è strano. Un papa appena eletto, nemmeno ancora formalmente incoronato, che firma un documento che concede così ampi privilegi (che, in quanto tali, dovrebbero essere stati negoziati con mesi di anticipo. Per giunta, ancora una volta, in quel documento l'imperatore Lotario I viene menzionato).

Tutte queste informazioni sottolineano con forza la possibilità che Benedetto III sia stato Papa già nell'854 o addirittura dalla fine dell'853 d.C. Questa ipotesi è supportata dal fatto che l'esistenza del suo predecessore Leone IV nel Liber Pontificalis è attestata soltanto fino al 853. La morte di Leone IV è stata ivi registrata il 16 luglio ma senza un anno. Soltanto nel XVII secolo, quando i gesuiti produssero una nuova edizione stampata del Liber Pontificalis, relativamente a Leone IV fu aggiunto, a quel "16 luglio", l'anno 855.

Ma non basta. E' giunta a noi una moneta riportante la strana combinazione tra un "Papa Johannes" e l'Imperatore Ludovico II. Lo stile di quella moneta (ogni i dettaglio delle lettere, il design generale) parla chiaramente a favore della sua collocazione negli anni '50. Inoltre, la complessa legatura del nome Johannes è distintamente diversa dal monogramma conosciuto relativo al futuro Papa Giovanni VIII (872-882). Il successivo Giovanni VIII, infatti, usò non solo un monogramma diverso, ma le monete stesse attribuite a lui con certezza sono molto differenti nello stile (e sono certamente sue a causa della combinazione con l'imperatore Carlo II il Calvo).

Ciononostante, le monete del "precedente Johannes" furono attribuite dai numismatici al futuro Papa Giovanni VIII, e senza certo buoni argomenti, bensì per pura necessità. Secondo la cronologia papale ufficiale non c'è alcun Papa Johannes a metà degli anni '50. Per lo meno, nessuno che risulti accettabile dalla Chiesa.

È abbastanza ovvio che qualcosa non vada nella datazione dei pontificati e che risulti chiaramente un Papa Johannes attestato da quella moneta.

È possibile sostenere l'esistenza di un Papa proposto in questo periodo da fonti storiche di altra natura (cronache, lettere)?

La risposta è: sì, è possibile.

Un Papa Johannes a metà degli anni '50

L'identificazione di un "papa Johannes" negli anni '50 è ulteriormente corroborata da fonti storiche: la cronaca di Conrad Botho "Chronicon Brunsvicensium picturatum diaclecto saxonica conscriptum" (Botho 1489) riferisce per l'anno 856 che un Papa Johannes aveva incoronato il nuovo imperatore Ludovico II, il quale aveva ereditato la corona da suo padre Lotario I nell'estate 855.

Una lettera del famoso Anastasio Bibliotecario, ufficialmente pubblicata e accettata come autentica, è il Codex Vat. Reg. 1046 (Perels e Laehr 1928). Il titolo utilizzato da Anastasio nella lettera è: DOMINO COANGELICO IOHANNI SUMMO PONTIFICI ET UNIVERSALI PAPAE ANASTASIUS EXIGUUS. Anastasio si riferisce quindi a un Papa Johannes che è Pontifex Maximus.

Anastasio usò questo titolo fino all'858 d.C. Successivamente fu "promosso" e, dall'858 all'868, divenne abate prendendo a firmarsi: Anastasio Exigius Abbas Monasteri Sanctae Dei Genetricis Maria Virginies siti Trans Tiberim.

Dopo l'868, Anastasio è finalmente il bibliotecario del Papa. Da lì in avanti, quindi, si firma: Anastasio Sanctae Romanae Ecclesiae Bibliothecarius.

Quindi è molto probabile che la lettera a papa Johannes debba essere stata scritta tra l' 855 e la fine dell'858.

Il contenuto della lettera supporta questa datazione, in quanto si riferisce al Concilio di Francoforte, tenutosi nel 794 d.C. Negli anni '50 questo Concilio era importante per l'impero franco e per il papato. La lettera venne erroneamente archiviata sotto il futuro papa Giovanni VIII (872-882), ma con la successiva disintegrazione dell'impero franco il contenuto di quella lettera avrebbe decisamente perso importanza.

Il Magdeburger Zenturien, una cronaca rinascimentale, riporta anche che Æthelwulf of Wessex aveva visitato il Papa Johannes Anglicus a Roma prima di partire per far visita a Carlo II il Calvo, re della Francia occidentale (Flacius et al., 1559). Secondo Joan Morris, la visita ebbe luogo prima dell'estate 856.

Successivamente, le donazioni di Aethelwulf a Johannes Anglicus furono ridistribuite ad altri papi. Ma le falsificazioni non erano coordinate, di conseguenza alcune cronache le attribuivano a Leone IV, altri a Benedetto III.

Elisabeth Gössmann considerava questa contraddizione un'ulteriore prova di una manipolazione atta a far scomparire "papa Johannes" (Gössmann 1994, 252).

Johannes Anglicus?

Il nome Johannes Anglicus probabilmente risulta familiare a molti lettori. Il papa è il pontefice più famoso del medioevo, forse di tutti i tempi. Ciò che rende famoso questo Papa è il sesso sbagliato del Vicario di Cristo. Cronisti dell'alto Medioevo hanno riferito che questo papa era in realtà una donna e che, quindi, venne rimosso dalle liste papali ufficiali.

Potrebbe essere questo il momento migliore per presentare in maniera scientifica questo caso a un pubblico colto. In questo momento in cui molti realizzano l'enorme impatto del risultato raggiunto finora. Soprattutto la parte femminile del pubblico che celebra ora la "Papessa Giovanna", icona del femminismo e dell'uguaglianza di genere, come realtà storica. La maggior parte dei media che coprono la storia in quest'autunno del 2018, non sanno portare alcuna prova scientifica contro l'identificazione di Johannes con la Papessa Giovanna (Whelan 2018, Yazbek e Lincolins 2018, Solly 2018, Podbregar 2018, Fischer 2018, Bussolati 2018).

Martino Polono

Conosciuto anche come Martin von Troppau, era un domenicano e vescovo. La sua cronaca Chronicon Pontificum et Imperatorum fu la più famosa e citata, durante il Medioevo (Von Troppau 2014). Martino ha attestato l'esistenza storica di Johannes Anglicus:

Post hunc Leonem Johannes Anglicus natione Maguntinus sedit annis II, mensibus V, diebus IIII o, et mortuus est Roma, et cessavit papatus mense I. Hic, ut asseritur, femina fuit, ... Nec ponitur in catalogo sanctorum pontificum propter muliebris sexum quantum ad hoc deformitatem. (Dopo Leo (IV), Johannes Anglicus, nato a Mainz, sedette (sul soglio pontificio) per 2 anni 5 mesi e 4 giorni, morì a Roma e il seggio fu vacante per un mese, si dice che fosse una donna ... Non è stata aggiunta alla lista dei Papi a causa di questa sua difformità, essendo di sesso femminile).

Dalla realtà alla leggenda

Il resoconto di Martino scatenò un enorme dibattito tra cronisti, intellettuali ed ecclesiastici durato fino ad oggi (Kerner ed Hebers 2010, Boccaccio 1374, Gössmann 1994, Stanford 2009, Habicht 2018). Nel tardo Medioevo e nel primo Rinascimento, l'esistenza della Papessa Giovanna era generalmente accettata, a volte con qualche riserva. Anche i protestanti credevano fermamente nell'esistenza di una papessa Giovanna, ma con intenzioni negative. Era considerata come "prova" della natura moralmente corrotta del papato.

Solo a quel punto la Papessa come realtà storica divenne, per la Chiesa Cattolica, una presenza insopportabile. In piena Controriforma, si decise quindi di dichiarare "Leggenda" la storia della papessa e di rimuoverne le prove.

Lo studio del 2014 di Pietro Ratto mostra in modo esemplare come questa manipolazione di manoscritti sia stata fatta con la cronaca di Bartolomeo Platina (Ratto 2014).

Friedrich Spanheim poté esaminare effettivamente una lettera indirizzata ad Anastasio, recante l'ordine di sopprimere il pontificato della papessa Giovanna e di rimuoverla dai registri (Stanford 2009, 34; Spanheim 1725; Spanheim 1736). Oggi questa lettera è scomparsa (o è stata dispersa dalla Chiesa). Spanheim e altri teologi del XVII secolo si lamentarono e protestarono con forza contro la rimozione di Johannes Anglicus dal Liber Pontificalis, nel 1602 (Morris 1985, 61-62).

Le manipolazioni del Liber Pontificalis

Invece di leggere l'edizione stampata del Liber Pontificalis, il teologo Joan Morris studiò i manoscritti originali (Morris 1985).

La versione pubblicata del Liber è infatti la Copia di Salerno, ora in Vaticano. Ciò è notevole, in quanto quella non è la versione più antica.

Ad oggi, essendo andate perdute le edizioni precedenti, la versione più antica esistente è la Copia di Parigi (Parigi, Bibliothèque National de France, Manuscrit Latin 5140), risalente all'XI secolo.

È abbastanza ovvio il motivo per cui alcuni studiosi evitino la versione di Parigi del Liber Pontificalis. Essa descrive le vite e gli atti dei Papi in ordine cronologico. E in essa la vita di Papa Leone IV si ferma all'anno 853, interrompendosi nel mezzo di una parola. Il resto della pagina, ben conservata, è vuoto. Sul lato successivo, segue la vita di un "Papa senza nome". Quella di Benedetto III manca completamente.

Un lettore medievale stabilì che quel "Papa senza nome" dovesse essere Benedetto III e vi scrisse quindi, con inchiostro rosso, "Benedictus". Ma nel testo si racconta che il "Papa senza nome" celebrò i funerali di Benedetto. Un lettore successivo riconobbe quindi l'errore, e corresse il titolo scrivendovi "Nicolaus", supponendo che si dovesse trattare di papa Nicola I (858-867). Ma un attento esame del manoscritto rivela che una "l" nel mezzo di Nico-l-aus è stato scritto da un'altra mano, e in nero. Morris ipotizzò, con fondate ragioni, che il titolo fosse stato appunto corretto e che quella "l" fosse effettivamente quel che restava del nome Johannes Ang-l-icus... La vita riportata da quella pagina a proposito di questo "papa senza nome", per giunta, ricorda parecchio la storia della Papessa Giovanna raccontata in seguito da Martino Polono, fino ai dettagli della sua vita e della sua personalità.

Il carattere di una manipolazione intenzionale diventa ancora più evidente se si consulta la copia successiva del Liber Pontificalis in Vaticano, quella appunto proveniente da Salerno (Vaticano Lat 3464). La vita di Leone IV appare anche qui normale fino all'853, poi vi è inserita una storia che sembra avere la funzione di riempire lo spazio vuoto, avendo poco a che fare con la vita di un papa. Il giorno della morte di Leone IV è annotato (17 luglio) ma manca l'anno (risulta aggiunto più tardi, nel XVII secolo, quando appunto la Papessa Giovanna venne rimossa dall'855.

Segue poi una brevissima biografia di Benedetto III, scritta in modo molto generico e sommario, dando l'impressione di esser stata inventata (alcuni esperti, in passato, hanno persino ipotizzato che Benedetto III non sia mai esistito e che sia stato inventato solo per nascondere la Papessa). Le monete attestano la reale esistenza di Benedetto III, così come attestano quella di Johannes. Ma un pontificato della durata di diversi anni (ufficialmente verificatosi tra l'855 e l'858) appare irrealistico.

La Vaticano Lat. 3464 ricicla persino la vita del "Papa sconosciuto" inserendola nella parte "iniziale" della vita di Nicola I. Il personaggio del "Papa senza nome" si adatta alla Papessa Giovanna in ogni aspetto, ed è fortemente in disaccordo con il molto diverso Nicola I (e ciò, secondo l'opinione di Joan Morris, con la quale concordo). Inoltre, se la vita descritta a proposito del "Papa senza nome" fosse davvero quella di Nicola I, il Papa e l'imperatore Ludovico II avrebbero una relazione con un personaggio omosessuale (Habicht e Spycher 2018).

Ma naturalmente ha molto più senso attribuire la vita a Giovanna.

Varie prove indicano chiaramente un pontificato rimosso a metà degli anni '50. Le riassumiamo:

- Monete di un Papa "Johannes", come testimonianze coeve del suo pontificato.

- Cronaca dell'871 (Parigi Lat. 5516) con accenni a contenuti rimossi.

- Una lettera, ormai perduta, indirizzata ad Anastasio Bibliotecario per rimuovere la figura di Johannes Anglicus, il Papa femmina, datata intorno all'870.

- Un Liber Pontificalis (Parigi Lat. 5140) manipolato dall'XI secolo.

- L'ultimo racconto di Martino Polono, risalente al 1277, a conferma dell'esistenza del papa femmina.

- Cronache di cronisti che testimoniano di un papa Johannes che incoronò Ludovico II nell'856.

- Prove storiche che attestano che un Johannes Anglicus ricevette Æthelwulf of Wessex nell'856.

Alcune delle prove testimoniano addirittura la teoria della Pornocrazia presentata dalla "storia" ecclesiastica ufficiale.

Morris sospettava che Martino Polono potesse aver visto il manoscritto di Parigi in una condizione già manipolata, ma che conoscesse anche la storia della donna eletta in quel periodo. Martino potrebbe non aver collocato la Papessa nell'esatta successione. Se si consulta la sua opera alla luce degli elementi presentati sopra, la collocazione della Papessa Giovanna dopo Leone IV è comprensibile, poiché il "Papa senza nome" segue direttamente Leone IV. Martino scrive chiaramente: "dopo Leo" e descrive la vita di Giovanna. L'informazione successiva è strana: in riferimento all'anno 851 torna a Leone IV. Benedetto III non è registrato con atti degni di cronaca in questo documento.

Più tardi, la maggior parte dei cronisti asserì che Giovanna (alias Johannes Anglicus) fosse succeduta direttamente a Leone IV. Questo potrebbe essere un piccolo errore fatale, poiché questa collocazione causa problemi a spiegare le testimonianze storiche di Giovanna e a rintracciare il divario cronologico di due anni e mezzo. I sostenitori della teoria della leggenda hanno usato questo problema per affermare che la Papessa Giovanna fosse una finzione.

La teoria delle leggende smentita

La negazione della papessa Giovanna come vera figura storica divenne teoria standard per la Storia della chiesa durante il XIX secolo. Pur contro tutti i buoni argomenti, la teoria della leggenda è costantemente ribadita. Solo pochi esperti hanno contestato questa decisione politica.

Gli argomenti dei difensori della teoria della leggenda sono acriticamente assimilati e facili da smascherare come pura spazzatura.

Le loro principali argomentazioni sono:

- Le prime notizie sulla Papessa Giovanna risalgono a 400 anni dopo il suo leggendario pontificato, a partire dal XII secolo. Non ti dicono che il monopolio sui libri della chiesa si è interrotto proprio intorno al 1200 d.C. Prima di allora, il clero controllava di fatto i registri ufficiali. Ma le monete (contemporanee al suo pontificato), le lettere e le copie del Liber Pontificalis manipolato, sono tutte anteriori al XII secolo. I primi documenti storici riportanti segni di manipolazione (una cronaca a Parigi lat. 5516) sono datati dal primo proprietario non più tardi dell'871 d.C. (Morris 1985, 58-59).

- Un'altra storia prodotta è la leggenda metropolitana secondo cui una prostituta papale di nome Johanna, durante il cosiddetto periodo della Pornocrazia (X secolo) fosse alla base della leggenda. Non ci sono fatti concreti a sostegno di questa storia inventata e la prima prova menzionata risale a prima della suddetta Pornocrazia. Il fatto poi che esistano opposte varianti della Teoria della leggenda dimostra la loro stessa natura di invenzioni.

- La sciocchezza delle suddette argomentazioni si è protratta fino ad oggi. Basta leggere le voci Papessa Giovanna inserite su Wikipedia, dalle cui pagine alcuni conservatori cercano di imporre questa posizione ufficiale, presumibilmente sostenuta da tutti gli "scienziati rispettabili" e da tutte le "riviste rispettabili". Mettere in discussione i fatti è assolutamente fuori questione. L'esistenza di un Papa femmina mina il dogma ufficiale secondo cui solo l'uomo può essere sacerdote e affermare che non ci sia mai stata una Papessa diventa quindi "inevitabile".

Per sfidare questa falsa notizia moderna prodotta dalla Chiesa, quest'ultima sarebbe costretta a cambiare la sua stessa politica.

Gli sviluppi demografici (la mancanza di sacerdoti maschi, la legislazione sull'uguaglianza di genere e la sua accettazione da parte della "base" della comunità cristiana) danno quasi per certa, nel prossimo futuro, l'ordinazione sacerdotale delle donne.

Tra vent'anni anni la seconda donna papa potrebbe essere realtà.

(English version: Michael Habicht, The coins of Popess)

Il libro "Le monete della Papessa" del prof. Michael Habicht (archeologo ed egittologo svizzero assurto agli onori delle cronache per il suo recente e importante ritrovamento di una moneta del secolo IX, riportante il monogramma IOHANIS abbinato a quello dell'imperatore Ludovico II), è in via di pubblicazione - in esclusiva in l'Italia - per i tipi di Bibliotheka edizioni, all'interno della collana editoriale Distorica diretta da Pietro Ratto.


Riferimenti bibliografici

Berman, Allen G. 1993. Papal Numismatic History. The Emancipation of the Papal State. second Ed. South Salem: Attic Books, Ltd.

Boccaccio, Giovanni. 1374. “De Iohanna Anglica Papa.” In De Claris Mulieribus. Klett.

Botho, Conrad. 1489. Chronicon Brunsvicensium Picturatum Diaclecto Saxonica Conscriptum [p. 299]. Edited by Gottfried Wilhelm Leibniz. 1711th ed.

Bussolati, Mariella. 2018. “La Papessa Giovanna Potrebbe Non Essere Una Leggenda: Lo Provano Alcune Antiche Monete.” Business Insider Italy.

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Perels, E., and G. Laehr. 1928. “Anastasii Bibliothecarii Epistolae Sive Praefationes” In Monumenta Germanicae Historia Epistolae 7: Epistolae Karolini Aevi (V), 416. Berlin: Weidemann.

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