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Spiando Serena

Pietro Ratto, 4 settembre 2015

E poi c’è questa. Qui il terrore glielo si legge negli occhi.

E’ il telegiornale del 17 ottobre del 2014. L’annunciatrice le ha appena chiesto, a bruciapelo, perché mai i servizi segreti turchi l’accusino di colpo di essere una spia siriana. Lei si difende come può, ma è spaventata a morte. Dice di saper bene che la Turchia passa per la più grande prigione di giornalisti del mondo. Dice che ha sempre fatto il suo lavoro con coscienza ed onestà, nel pieno rispetto della verità… E formula un’ipotesi. Proprio con quello sguardo atterrito che vedi, proprio con quelle labbra spalancate che hai sotto gli occhi… Proprio nel momento in cui è stata immortalata qui, Serena sostiene di esser stata la prima ad accorgersi del marcio che ruota attorno a quella guerra. Quella sporca guerra che l’hanno spedita a documentare, nel pieno della battaglia di Kobane. Perché, vedi, un tempo le guerre facevano schifo, sì. Ma almeno capivi chi combattesse contro chi. E capivi più o meno il perché. Ma questa roba, davvero, è tutta marcia. Incomprensibile, schifosa e marcia. E questa immagine, ti dicevo, è la fotografia di una denuncia.

La voce si fa stridula e tremolante.. Serena, qui, sta dicendo in diretta di esser stata la prima (lei, per etica professionale, usa il plurale: dice “noi”. Anzi, per esser precisi dice: “Siamo stati tra i primi, se non i primi”) ad accorgersi del marcio. Perché lei li ha visti, quegli uomini dell’ISIS, passare il confine turco ed entrare in Siria a bordo dei camion del WFO. Sì, sì: hai capito bene. La WFO: World Food Organization. L’organizzazione delle Nazioni Unite che si batte per sconfiggere la fame nel mondo, insomma. E che, a quanto pare, già che c’è ogni tanto sui suoi camion dà un passaggio a qualche terrorista.. Lei li ha visti sbarcare in Siria, quei terroristi, al confine con la Turchia, in prossimità della città di Suruç, proprio dove si trova il suo hotel. Li ha visti e riconosciuti. E qui glielo sta proprio dicendo. Lo denuncia in diretta, l’ingenua! Perché lei è una giornalista vera, capisci? Serena sa bene che non dovrebbero minacciarla.. Che anzi, al contrario, dovrebbero premiarla, per uno scoop così.
Invece lo dice chiaro, Serena Shim: “Ho paura..”

E gli Stati Uniti? Niente. Nessuna indagine, nessuna inchiesta. Normalmente, quando muore in giro uno dei loro fanno un casino…! Niente. Niente di niente. Qualche giornale si è limitato a parlare di morte sospetta. La madre di Serena ha fatto il diavolo a quattro. Su Twitter, su YouTube… Serena è morta per la verità. L’hanno uccisa perché sapeva troppo! Ma niente. Niente di niente.

Ibrihim, il marito di Serena, è stato avvisato ufficialmente solo una settimana dopo. Lo ha chiamato l’Ambasciata USA. Nel frattempo Serena era già stata seppellita. Il 22 ottobre era già sotto terra. Sepolta a Beirut, la sua città d’origine.

Ecco, non ho altro da dirti. Non ho altre immagini di lei.
Mi viene in mente soltanto più questo. Quando accendi la Tv, quando leggi i giornali, ogni tanto pensa a Serena. Chissà.. Potrebbe magari venirti qualche dubbio su quello che ti raccontano.
Soprattutto, su quello che non ti raccontano.


Cfr. anche, a tal proposito, P. Ratto, Solo per il Petrolio su IN-CONTRO/STORIA, al capitolo Una guerra a tutto gas. Perché l’ISIS?


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