L'argomento controverso
Le due paroline magiche, adesso, sono: “Argomento controverso”.
Di norma, in abbinamento a: “... o che incita all’odio”.
È la minaccia che, ultimamente, mi rivolge ad esempio YouTube, quando inserisco un nuovo video.
Occhio che da un po’ di tempo pubblichi contenuti di “argomento controverso”.
Presto potremmo bloccarti.
La stessa censura, in questi giorni, la sta mettendo in atto anche Amazon.
Bollando come “controversi” libri che non recitano il copione ufficiale.
Libri che osano trovar motivazioni diverse da quelle “ufficiali”, per spiegar le cose. Rifiutandosi, proprio per questo motivo, di continuare a venderli.
La questione è spinosissima.
Perché, se da una parte si tratta di enti privati che, di conseguenza, possono adottare le politiche che preferiscono, d’altro canto è evidente che ormai l’ambito pubblico, proprio quello che dovrebbe ergersi a tutore della libertà di espressione di ognuno di noi, stia letteralmente battendo in ritirata.
Si pensi anche soltanto a quanto sia complicato, da colossi come questi, riuscire a ottener che paghino le tasse.
Un privilegio immenso, accordato proprio al loro smisurato potere, rispetto a un disgraziato universo di piccole aziende inesorabilmente strette nell’implacabile (ma solo con loro) morsa del fisco.
Anche di questo parlo, nel mio nuovo libro in uscita.
“Controverso”... A ben pensarci, un’opinione su un certo argomento è sempre “controversa”.
Perché, proprio in quanto tale, è implicito che qualunque opinione sia, appunto, discutibile.
Ma se ci sono opinioni contrastanti rispetto a un certo tema, significa con la massima evidenza che sia questo, il tema in questione, ad esser soprattutto controverso.
Dunque, non è per nulla ammissibile che si censuri un certo punto di vista su un argomento, bollandolo come controverso.
Bisogna, semmai, accettar che l’argomento stesso, lo sia. Proprio grazie al fatto che esistono diverse opinioni a riguardo. Insomma: è proprio un’accesa discussione su una certa questione, che rende quest’ultima controversa.
Non il contrario. E, vivaiddio, quasi tutto ciò che accade nel mondo è controverso. Altrimenti a cosa servirebbe esser liberi di esprimersi?
Invece no: qui sta accadendo qualcosa di mostruoso. Dopo secoli di conquiste verso la libertà di pensiero e di parola, ora stiamo drasticamente operando un’inversione a U, con la scusa che “certi temi” non si toccano.
Perché ne va della salute della gente, come nel caso di questioni riguardanti la cosiddetta “medicina ufficiale”.
Perché ne va della democrazia, come nel caso di questioni riguardanti la cosiddetta “storia ufficiale”.
E il colmo è che, proprio in nome di questa “democrazia”, le censure e le violazioni delle più fondamentali libertà costituzionali, ormai, si sprecano.
Fatemi capire. Il male sta nel “controverso”?
Il male, insomma, sta nel discutere? Ma che razza di viscida dittatura, per giunta lasciata saldamente in mano a quelle multinazionali private da cui nessuno può difendersi, state creando?
Se poi, da un lato, sarebbe quanto meno interessante capir cosa renda “ufficiali” una teoria o una narrazione, se non proprio un’imprescindibile ed esaustiva discussione in merito da parte di tutti i possibili punti di vista in gioco, come non riflettere, dall'altro, sull’Espressione magica Numero 2: quella “incitazione all’odio” di orwelliana memoria che nient’altro significa se non che chi gestisce il potere e fissa l’ufficialità di tutte le indiscutibili verità del sistema in cui viviamo, sia inevitabilmente dalla parte dell’Amore? L’Amore in virtù di cui, altrettanto amorevolmente, chi dirige la baracca stronca sul nascere qualunque idea diversa dalla sua, condannando all’ignoranza, all’inettitudine e alla passività intere società.
E alla morte chi, per quelle idee e per i libri in cui le espone, vive.