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Noi insegnanti (ridateci il voto di condotta)

La Stampa, 4 marzo 2007

Noi insegnanti siamo stufi di rischiare la salute e la nostra incolumità di fronte ad alunni maleducati che sanno benissimo che non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare a mostrarsi violenti, aggressivi, prepotenti nei nostri confronti e nei confronti dei pochi studenti educati che circolano ancora per le aule ed i corridoi delle nostre scuole.

Noi insegnanti siamo stufi di aver paura di ricorsi e ritorsioni più o meno legali se soltanto osiamo dare delle insufficienze a studenti che non accettano nessuna critica e nessun insegnamento.

Ridateci il voto di condotta.

Noi insegnanti siamo stufi di subire pressioni da parte di Présidi che, in virtù della tanto apprezzata autonomia della scuola, pretendono il maggior numero possibile di promossi e ci sbattono davanti le poche insufficienze che riusciamo ancora a dare a chi meriterebbe una bocciatura esemplare, come se fossero colpe nostre. Stufi di una scuola nella quale da anni si respira la stessa aria che tira nelle agenzie di assicurazione, una scuola nella quale, ormai, vige la logica dell’accaparrare il maggior numero possibile di alunni solo allo scopo di ottenere finanziamenti e di primeggiare sulle scuole concorrenti. Scuole prive di aule, di laboratori, di spazi adeguati ma piene zeppe di alunni.

Siamo stufi di ragazzi sempre più “clienti” e sempre meno discenti, arcistufi di sperimentare quotidianamente, anche nelle nostre scuole, che “il cliente ha sempre ragione”, così come sta scritto alle casse dei supermercati. Strastufi di quella servile filosofia del “soddisfatti o rimborsati” che ormai da anni subiamo ma siamo obbligati a propinare.

Ridateci il voto di condotta.

Noi insegnanti siamo stufi di subire minacce di genitori che non capiscono che la maggior parte di noi lavora per il bene dei loro figli e per il loro stesso interesse. Siamo arcistufi di intimidazioni, di violenze, di trovare le gomme delle nostre auto bucate, le carrozzerie rigate ogni qual volta osiamo criticare un comportamento diseducato, ogni qual volta pretendiamo di correggere un errore madornale, ogni qual volta tentiamo di salvaguardare la dignità del mondo dell’istruzione e dell’educazione che indegnamente rappresentiamo ma in cui dignitosamente crediamo, ogni qual volta non accettiamo le consuete       umiliazioni e prese in giro.

Ridateci il voto di condotta.

Noi insegnanti siamo stufi di Governi che promettono di ridare autorevolezza ai docenti e poi li abbandonano loro stessi o li sanzionano se un qualsiasi adolescente tira fuori il suo cellulare, filma una bravata qualunque e la diffonde via internet. Ma cosa possiamo fare? Che tipo di armi abbiamo contro il tanto menzionato bullismo? Sbattere fuori dall’aula quelli che disturbano? Ti guardano negli occhi e si rifiutano di uscire. Ricorrere alla famosa nota sul registro? Ci ridono sopra, coperti spesso da genitori che scusano tutto e che magari si prendono pure il disturbo di venirti a minacciare in aula professori. Non capita di rado, dopo un rimprovero nei confronti di un ragazzo, di sentirsi rispondere “Peggio per lei: si aspetti pure, quanto prima, un incontro con mio padre!”.

Quante volte ci troviamo ad avvertire la precisa sensazione di essere isolati, disarmati, vulnerabili di fronte a chi si rifiuta di stare a qualsiasi regola, ben certo di non rischiare nulla, assolutamente nulla? Non ne possiamo più di aver paura di ricorsi, ritorsioni, minacce e siamo stufi di mostrarci impotenti nei confronti di un superficialità dilagante, che in nessun modo può essere ridimensionata, ma che invece viene regolarmente incentivata ed incoraggiata da iniziative come quella appena promossa dall'attuale Ministero della pubblica Istruzione, consistenti nell’attribuire premi in denaro agli alunni più meritevoli tra coloro che sosterranno il prossimo Esame di Stato !

Ridateci il voto di condotta.

Noi insegnanti siamo stufi di uno Stato che crede di risolvere i problemi di bullismo, di criminalità, di corruzione, inasprendo le sanzioni, appesantendo le condanne e riempiendo le strade e gli stadi di telecamere. Quanto appare debole e risibile una repressione che crede di poter fare a meno della prevenzione, dell’educazione!

Ridateci il voto di condotta.

Noi insegnanti siamo stufi di falsi e servili principi come quello che compare nel DPR n. 249 del 24 giugno 1998, meglio noto col nome di Statuto degli studenti, che all’articolo 4 comma 3 recita: “La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto.” Stufi di una scuola che, in questo modo, continua a porsi come farneticante alternativa al mondo reale, un mondo in cui, invece, tutte le infrazioni disciplinari pesano ed influiscono sul profitto: nel lavoro, alla guida di un’auto, nei rapporti familiari! Se mi comporto male, in modo disonesto o irrispettoso delle regole, nel mondo reale vengo licenziato, privato di molti diritti, persino degli affetti più cari. Nella scuola no: tutto è permesso.

Ridateci il voto di condotta.

Un voto di condotta serio, il vecchio voto di condotta. Quello che al di sotto dell’otto comportava un recupero di tutte le materie. Quello che influiva, eccome, sulla valutazione del profitto.

Ridateci, vi supplichiamo nell’interesse di tutti, la possibilità di educare i giovani, che saranno i politici, i medici, i giudici, gli architetti del domani, nella speranza di invertire il senso di marcia di questa scandalosa quanto indisturbata caduta della nostra società in fondo al baratro della notte più nera.

Pietro Ratto, La Stampa, 4 marzo 2007
Sulle conseguenze di questo “sfogo” di Pietro Ratto, che comportò perfino una storica presa di posizione dello stesso Ministro dell’Istruzione, si veda per esempio questo articolo.