Lettera aperta contro il Green Pass
Posto qui, molto volentieri, l’accorata Lettera Aperta degli "Studenti contro il Green Pass" di Bari.
Buona lettura a tutti !
Siamo gli Studenti contro il Green Pass di Bari, movimento di universitari italiani formatosi in conseguenza all’inasprimento delle forme di discriminazione tra cittadini e classi sociali. In particolare, l’introduzione del Green Pass ha costituito l’atto finale di una deriva antidemocratica che nel nostro Paese si è accentuata negli ultimi due anni, ma che ha avuto inizio da molto più tempo.
Che cosa vogliamo? L’abolizione del Green Pass? La conclusione dello stato di emergenza che si sta protraendo oltre i termini legali? No, o perlomeno non soltanto, è solo un primo passo. Nel corso di questi mesi ci siamo concentrati sul maturare una nostra visione di società antitetica rispetto a quella attuale. Seguendo il consiglio di Sandro Pertini, Presidente della Repubblica che dedicò gran parte della sua vita alla lotta contro il fascismo e alla costruzione e conservazione della nostra Repubblica Italiana, non possiamo non citare le sue parole dichiarando che noi lottiamo con fermezza per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale, perché la libertà senza giustizia sociale è una conquista fragile. In questi mesi di discriminazione da parte dello Stato, dei media, persino da parte delle nostre stesse famiglie e amicizie, ci siamo resi conto del valore della solidarietà, del libero pensiero, della cultura e del calore umano. In virtù di ciò abbiamo fatto nostra un’altra lezione dello stesso Pertini, la quale pare tuttavia non sia stata colta né dalla maggioranza della classe politica, né da quella intellettuale del nostro Paese: “Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al prezzo della mia vita perché la tua idea la possa esprimere sempre liberamente.”
Noi siamo persuasi che l’attuale Governo, con la complicità dei mass media e di una certa parte dei cosiddetti “intellettuali”, stia accelerando il processo di distruzione di questa cultura - processo ravvisabile in tutto il mondo occidentale - e stia promuovendo l’antagonismo fra tutte le classi sociali, soprattutto quelle meno abbienti. L’omologaione del pensiero e l’indifferenza della maggioranza della popolazione dinanzi alla discriminazione messa in atto in quel che era “il Bel Paese” è molto inquietante: siamo in pochi a opporci, sostenuti solo da coloro che sono disposti a farsi avanti, a perdere il lavoro, a sacrificare intere carriere, amicizie e percorsi di studi, oltre che il proprio tempo. Abbiamo visto studenti e lavoratori iniziare ad avere attacchi di panico, scivolare nella depressione; abbiamo visto manifestanti essere bersaglio degli idranti delle forze dell’ordine, professori in sciopero della fame come segno di protesta essere portati in commissariato, e ancora odio, tanto odio. La contrapposizione tra “Pro Vax” e “No Vax” è solo lo strato superficiale di questo profondo conflitto. Siamo convinti che una deriva del genere in un Paese come l’Italia, se non combattuta, porterà a conseguenze imprevedibili anche nel resto del globo, poiché costituirà un pericoloso precedente in un mondo sempre più connesso. La nostra condizione psicologica viene portata sempre più vicina al limite dalle condizioni in cui siamo costretti a vivere; ciononostante, continueremo a lottare per ciò che riteniamo giusto.
Crediamo nell’eguaglianza, nella dignità e nei diritti inalienabili dell'uomo. Gli stessi diritti che valgono per ognuno indipendentemente dalle proprie idee, dalla propria etnia e dalla propria nazionalità e che oggi ci vediamo calpestati. In passato il vostro e il nostro paese si sono impegnati solennemente a firmare, rispettare, onorare ed applicare trattati e convenzioni internazionali per la difesa dei diritti umani inalienabili come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948), la Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali (1950), la Carta di Banjul (1981) e la Convenzione di Cartagena (1984). Se credete in ciò che crediamo noi e ritenete che questi trattati abbiano ancora un valore, ci appelliamo al vostro senso morale e alla vostra umanità per chiedere il vostro sostegno.
Seguono a questa prima parte introduttiva dei paragrafi che speriamo possano rendervi più chiara la nostra situazione. Confidiamo nella vostra umanità. Buona lettura.
Il 31 gennaio 2020, il giorno dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proclamato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l’epidemia di COVID-19 in Cina, l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato lo stato d’emergenza per 6 mesi [1]. Tale situazione è stata tuttavia sottovalutata da tutti i media tanto che la maggior parte della popolazione non ne è venuta neanche a conoscenza, continuando a vivere normalmente come se nulla fosse accaduto fino a quando il 23 febbraio, a seguito dei primi casi di infezione, è stato emanato il primo Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) che ha posto le prime restrizioni in 11 comuni del nord Italia: è stato proibito di allontanarsi e di accedere ai predetti comuni, sono state chiuse attività di ristorazione e quasi tutte le attività commerciali (eccetto quelle di prima necessità), sono state chiuse scuole, università, tutti i luoghi di cultura e intrattenimento, sospesi tutti gli eventi e manifestazioni di qualsiasi natura, servizi di trasporto di persone e merci (eccetto quelli di prima necessità) e attività lavorative di non necessaria utilità [2]. Ciò ha rappresentato l’inizio di una reazione a catena: dopo due giorni altre restrizioni hanno interessato diverse regioni settentrionali [3], una settimana dopo altri comuni hanno subito la stessa sorte dei precedenti [4] e andando avanti sono state poste diverse limitazioni a livello nazionale, oltre che l’isolamento coatto di un’intera regione e numerose province [5][6][7]. L’11 marzo le restrizioni sono state estese in tutto il Paese attraverso il cosiddetto decreto #IoRestoaCasa [8]: il Presidente del Consiglio ha dichiarato in diretta nazionale “Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore, per correre più veloci domani.” Tutti insieme ce la faremo [9]. L’escalation di queste misure ha raggiunto il suo culmine con il DPCM del 22 marzo 2020: sessanta milioni di cittadini sono stati segregati nelle proprie case senza la possibilità di uscire per alcun motivo se non per lavoro o comprovate necessità - come fare la spesa o ricevere assistenza sanitaria - e sono state sospese quasi tutte le attività produttive industriali e commerciali, fino al 3 aprile [10]. LItalia entrava così in completo lockdown che è stato successivamente prolungato fino al 13 aprile [11] e, col decreto del 10 aprile, sono state poste restrizioni simili a quelle precedenti fino al 3 maggio [12].
Un graduale allentamento delle restrizioni è iniziato con il decreto del 26 aprile che ha permesso ad alcune attività commerciali di riaprire, inoltre è stato “concesso” di poter andare a visitare, entro la propria regione, i cosiddetti congiunti [13] - termine non ben definito che ha portato ad un’interpretazione caotica di tale norma causando non pochi diverbi tra cittadini e forze dell’ordine. A seguito del dichiarato assestamento della curva epidemiologica, dal 18 maggio è stato consentito alla popolazione di uscire dalle proprie abitazioni senza la necessità di giustificarsi, sono state riaperte molte attività commerciali e di ristorazione, centri sportivi, luoghi di cultura, quasi tutte le attività produttive industriali e commerciali [14] e, a giugno, anche luoghi di intrattenimento [15]; tali riaperture sono state prorogate attraverso vari decreti fino ad ottobre, con diverse limitazioni a specifici settori, permettendo ai cittadini di passare un’estate pressoché “normale” [16][17][18]. stato inoltre prorogato lo stato d’emergenza fino al 15 ottobre [19] e poi ancora fino al 31 gennaio [20].
Con l’arrivo della stagione autunnale e il dichiarato aumento dei contagi da SARS-CoV-2, il governo ha messo a punto durante il mese di ottobre una serie di misure per il contenimento dei contagi, le quali hanno colpito il tessuto economico del settore terziario, in particolare della ristorazione. I gestori di bar e ristoranti sono stati messi in difficoltà dovendo ottemperare a una serie di regole che di fatto limitavano il pieno svolgimento dell’attività commerciale: la chiusura alle ore 24 dei locali con servizio al tavolo e alle ore 21 dei locali che non disponevano del suddetto servizio, successivamente imposta alle ore 18. Queste misure si proponevano di scoraggiare gli assembramenti serali nei luoghi chiusi e allo stesso tempo all’aperto, dove era obbligatorio l’uso della mascherina e il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. La progressiva chiusura dei luoghi di svago e l’instaurazione di un clima di paura e di proibizione hanno portato la popolazione a evitare la socialità e a chiudersi in casa. Vittima di questo clima è stato anche l’ambito dell’istruzione: università e scuole secondarie di secondo grado hanno visto un intensificarsi della didattica a distanza come unica soluzione per contenere la diffusione del contagio. [21][22][23]
A seguito di un dichiarato peggioramento della curva epidemiologica, a partire dal mese di novembre il governo ha deciso di distinguere le regioni italiane in base al livello di rischio epidemiologico e di stabilire, in base al livello di ogni regione, determinate misure restrittive. Ciò è stato possibile attraverso la definizione di 21 indicatori che hanno consentito di monitorare settimanalmente, da parte del Ministero della Salute, i dati epidemiologici. Gli indicatori riguardavano: la misura e la capacità di raccolta dati delle singole regioni, la capacità di accertamento diagnostico e di gestione dei contatti, la tenuta dei servizi sanitari e l’indice Rt (l’indicatore che misura la velocità di trasmissione del contagio) [24]. Gli indicatori sono stati funzionali alla suddivisione del Paese in tre aree - rossa, arancione e gialla - ognuna con misure restrittive differenziate in base al livello di rischio. In tutte le regioni italiane è stato introdotto il coprifuoco, che comportava il divieto di circolazione dalle ore 22 alle ore 5 del mattino salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute. Le restrizioni potevano cambiare da una settimana all’altra in ogni regione; nella peggiore delle ipotesi, in area rossa era vietato ogni spostamento - salvo necessità - anche all’interno del proprio comune [25]. Questa misura politica era stata presentata come soluzione per evitare un lockdown generalizzato che avrebbe influito negativamente in termini economici e sociali; tuttavia, in prossimità delle festività natalizie è stato emanato un nuovo Decreto-Legge che prevedeva ulteriori restrizioni, considerate inevitabili per scongiurare un’impennata dei contagi. Il divieto di spostamento tra comuni e il coprifuoco erano state inizialmente le misure adottate dal governo per i giorni festivi di Natale e Capodanno [26], oltre alla forte raccomandazione di non ricevere nelle abitazioni private persone non conviventi per i festeggiamenti; ciononostante, in un successivo Decreto-Legge che ha suscitato confusione nei cittadini per l’adozione di misure diverse a seconda dei giorni, si è accentuata la stretta nei giorni festivi e prefestivi. Il proposito annunciato dal governo era quello di trovare un punto di equilibrio tra le limitazioni da introdurre e il preservare l’importanza sociale delle festività. Il periodo natalizio dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è trascorso tra giorni feriali in area arancione e giorni festivi e prefestivi in area rossa; in questultimi vi era il divieto di qualsiasi spostamento non necessario ad accezione della visita ad amici o parenti consentita per massimo due persone [27].
Nello stesso periodo si colloca una data cruciale: il 27 dicembre 2020, denominato Vaccine Day, prendeva avvio la campagna di vaccinazione anti COVID-19, con la somministrazione del vaccino ad alcuni operatori sanitari dell’ospedale Spallanzani di Roma [28]; il motto della campagna per la vaccinazione era “L’Italia rinasce con un fiore”, accompagnato dalla raffigurazione di una primula, fiore simbolo della primavera come stagione di rinascita [29].
L’entusiasmo delle istituzioni per l’avvio della campagna vaccinale si accompagnava ad un inizio del nuovo anno inaugurato dalla crisi di governo. Venuta meno la maggioranza parlamentare necessaria per dare la fiducia al governo, il 26 gennaio il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte formalizzava le dimissioni al Presidente della Repubblica [30]. Le consultazioni circa la possibilità di avere una nuova maggioranza che sostenesse il governo di Giuseppe Conte non sono andate a buon fine e, vista l’impossibilità di formare un nuovo governo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 3 febbraio incaricava Mario Draghi [31], ritenuto l’unico in grado di formare un nuovo governo istituzionale. Mario Draghi, ex banchiere della Goldman Sachs [32] e membro del Gruppo dei Trenta [33], che si è distino per aver svolto gli incarichi di governatore della Banca d’Italia e di presidente della Banca Centrale Europea [34], ha preso le redini dell’esecutivo italiano sostenuto dalla maggioranza dei partiti. Il nuovo governo ereditava unItalia in stato di emergenza è prorogato fino al 30 aprile [35] - nella quale permanevano le misure per il contenimento dell’emergenza epidemiologica delle tre aree - rossa, arancione e gialla - a cui si aggiungeva una quarta area bianca con un livello di rischio basso [36].
A partire dal mese di aprile del 2021 il governo ha avviato un piano per incrementare le politiche di campagna vaccinale introducendo l’obbligo per il personale sanitario, pena la sospensione dall’attività lavorativa [37]. In questo stesso periodo permaneva la divisione delle regioni italiane in zone a colori in vista, specialmente, del periodo delle festività pasquali, a cui è seguita la proroga dello stato d’emergenza e del coprifuoco fino al 31 luglio 2021 [38]. Nello stesso mese col Decreto Riaperture è stata introdotta la certificazione verde come strumento per potersi spostare tra regioni di colore arancione o rosso. Suddetta certificazione - chiamata anche Green Pass - viene rilasciata in tre casi: in caso di avvenuta vaccinazione (allora con durata di sei mesi), in caso di avvenuta guarigione da COVID-19 (allora con durata di sei mesi) e a seguito dell’esito negativo del tampone antigenico o molecolare (allora con durata di 48 ore) [39]. Attraverso il Decreto riaperture-bis iniziava una lenta riapertura del Paese che si affiancava ad un progressivo aumento dell’uso della certificazione verde, richiesta inizialmente solo per le cerimonie civili e religiose [40]. Dal mese di aprile fino al mese di agosto sono stati diversi i decreti e le circolari del Ministero della Salute e dell’Agenzia Italiana del Farmaco in materia di cure domiciliari, in cui è stato espresso chiaramente l’uso univoco di paracetamolo e vigile attesa come protocollo per i soggetti non ospedalizzati, con solo momentanee autorizzazioni all’uso di medicinali a basi di anticorpi monoclonali, riservando l’uso di eparina e cortisone ai soggetti ospedalizzati, e allo stesso tempo è stato sconsigliato l’uso di qualsiasi integratore vitaminico [41][42][43][44][45]. Col Decreto Green Pass lo stato d’emergenza è stato ulteriormente prorogato fino al 31 dicembre e sono state dichiarate le prime zone bianche in cui l’accesso a servizi di ristorazione al chiuso, agli spettacoli e agli eventi pubblici e sportivi, ai musei, ai centri termali, sociali e culturali, alle sale gioco e ai concorsi pubblici è stato limitato ai possessori della certificazione verde [46]. Da questo momento diventava sempre più incalzante l’uso estensivo di tale certificazione per accedere ai trasporti pubblici interregionali e a lunga percorrenza, alle scuole e alle università, per poter lavorare nel settore pubblico e privato, per accedere a tribunali e uffici giudiziari e, in sostanza, a qualsiasi aspetto della vita pubblica, lavorativa e non, fatta eccezione per i beni di prima necessità e le attività commerciali [47][48][49]. La mancata presentazione della certificazione verde nei luoghi richiesti prevede una sanzione dai 400 ai 1000 euro. Nonostante molteplici controlli da parte del Garante della privacy e la discriminazione economica perpetrata nei confronti dei soggetti non vaccinati, costretti a pagare minimo 15 euro per poter ricevere la certificazione verde da tampone, il Green Pass è stato approvato come strumento per permettere la normale e libera fruizione di servizi e di diritti fondamentali come quello allo studio e al lavoro, accompagnato dalla promessa da parte delle alte cariche di governo di ritrovarsi, in questo modo, in presenza di persone non contagiose, come riportato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa del 22 luglio 2021: “Il Green Pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività, a divertirsi, andare al ristorante, a partecipare a spettacoli all’aperto, al chiuso con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose” [50].
Dal 26 novembre 2021 è stato introdotto il Super Green Pass ottenibile solo tramite vaccinazione o guarigione da COVID-19, che limitava ai soli possessori di tale certificato la fruizione dei servizi, lo svolgimento delle attività e gli spostamenti in zona gialla e arancione; è stato inoltre inserito l’obbligo di sottoporsi alla terza dose di richiamo del vaccino per il personale delle strutture sanitarie ed è stato esteso l’obbligo vaccinale al personale scolastico, del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico, della polizia locale e delle strutture penitenziarie. Questo sistema di controllo e coercizione è stato sempre più rafforzato, come dimostra la situazione nelle scuole: il Ministero della Salute ha consegnato ai presidi delle scuole una lista dei docenti con il rispettivo stato vaccinale; in caso di mancata vaccinazione al docente è garantito il posto di lavoro, ma scatta la sospensione senza stipendio [51]. Il 24 dicembre, con la proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 [52], l’intento di trasformare lo stato d’emergenza in uno stato d’eccezione si è fatto ancor più chiaro, in virtù dell’incostituzionalità di questo provvedimento. Infatti, la proroga non sarebbe potuta andare oltre i dodici mesi, vale a dire non oltre il 31 gennaio 2022, in ragione di quanto disposto da un decreto legislativo del 2018 che fissa a 24 mesi il termine massimo della durata [53]. Tale proroga risulta quindi illegittima, considerato anche che nessuna fonte costituzionale o di legge ordinaria attribuisce al Consiglio dei ministri il potere di prolungare oltre il limite consentito lo stato di emergenza appellandosi al rischio sanitario. Attraverso lo stesso decreto e di un altro emanato la settimana successiva, il Super Green Pass è diventato necessario per accedere ai luoghi di ristorazione per il consumo di alimenti e bevande prima al banco e al chiuso, poi anche all’aperto, per usufruire di tutti i mezzi pubblici di trasporto e in quasi tutti i luoghi di socialità e svago anche in zona bianca [52][54], con tutti i disagi e le difficoltà che ne sono conseguiti, trattandosi di fatto di un obbligo vaccinale celato. Con il Decreto-Legge del 7 gennaio l’obbligo di vaccinazione è stato esteso a tutti cittadini di età superiore ai 50 anni e al personale universitario, mentre l’obbligo di Super Green Pass sul posto di lavoro è esteso ai cittadini di età superiore ai 50 anni. L’inosservanza dell’obbligo vaccinale comporta una sanzione pecuniaria di cento euro, irrogata agli inadempienti individuati da un elenco predisposto e trasmesso periodicamente dal Ministero della Salute. Mediante lo stesso decreto, è stato reso necessario il possesso del Green Pass per l’accesso ai servizi di cura della persona, ai pubblici uffici, ai servizi postali, alle banche e alle attività commerciali (eccetto le attività essenziali e primarie) [55]. Il DPCM del 21 gennaio ha specificato le esigenze essenziali e primarie della persona: solo l’accesso ai servizi rispondenti a tali esigenze non richiede il possesso del Green Pass. Le persone sprovviste del certificato dal 1° febbraio possono accedere solo a strutture sanitarie, sociosanitarie, uffici giudiziari, uffici delle forze di polizia, e attività commerciali che vendono beni di prima necessità (prodotti alimentari, bevande, carburante, articoli igienico-sanitari, medicinali, articoli medicali, materiale per ottica e combustibile per uso domestico) [56]. Il Decreto-Legge del 4 febbraio ha introdotto delle modifiche riguardanti la durata della certificazione verde erogata a seguito della dose booster o dell’avvenuta guarigione accompagnata dal ciclo vaccinale primario: tale certificazione, che prevedeva una durata di sei mesi, è stata resa valida senza la necessità di ulteriori richiami. Le contraddittorietà di questo strumento in Italia sono evidenti, soprattutto osservando in questo decreto le regole in caso di rischio epidemiologico elevato e quindi di passaggio in zona rossa: le restrizioni da adottare non saranno applicate a chi è in possesso del Green Pass, mentre coloro che non ne saranno muniti potranno spostarsi solo per motivi di necessità [57]. Il Green Pass - strumento introdotto nelle circostanze di uno stato di emergenza - privo di una durata stabilita, potrebbe rappresentare in un prossimo futuro un requisito necessario per far parte della società, dal momento in cui la maggioranza della popolazione lo considererà parte integrante di una nuova normalità svincolata da una dichiarazione ufficiale di stato di emergenza.
Alla luce della situazione politica attuale ai non vaccinati non è riconosciuta nessuna libertà se non la possibilità di accedere ai servizi essenziali, mentre il resto della popolazione gode dei diritti fondamentali solo mediante il possesso di una certificazione a tempo che attesta l’avvenuta vaccinazione o guarigione.
La narrazione di questi eventi ha avuto il fine di evidenziare come lo stato d'emergenza consenta l’emanazione di numerosi decreti, ma dal quadro appena esposto è evidente che tutti questi provvedimenti siano, oltre che incoerenti e liberticidi, anche privi di qualsiasi efficacia nel contrastare l’ancora attuale diffusione del virus. Dal punto di vista sociale l’Italia non è più un paese unito, ma diviso dall’odio verso una minoranza di persone che ha deciso legittimamente di non sottoporsi a un trattamento sanitario. La responsabilità della situazione in cui si trova l’Italia è attribuita ai non vaccinati come dichiarato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa del 10 gennaio 2022: “Gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono i non vaccinati [58]. Appare evidente che una comunicazione di tal genere da parte del governo non faccia che accentuare l’odio sociale già insito nel nostro Paese. Nei paragrafi successivi, a tal proposito, affronteremo la questione della comunicazione in Italia, sottolineando come essa non si sia dimostrata trasparente e aperta al pluralismo di opinioni in tempi recenti.
La Costituzione della Repubblica Italiana all’articolo 21 asserisce: ”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” [59]. Il nostro ordinamento giuridico, dunque, sancisce come diritto inviolabile quello di esprimere liberamente le proprie opinioni senza temere censure da parte di poteri più forti. Nonostante la nostra Costituzione sia stata più volte elogiata a livello internazionale e mondiale come una delle migliori, nonché sia stata la base di importanti regolamenti internazionali come la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del 1948, essa negli ultimi due anni è stata letteralmente stuprata e disapplicata per mezzo di Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e Decreti-Legge. La violazione sistematica della Costituzione Italiana è emersa nel progressivo annullamento dei diritti inviolabili in essa iscritti, fra cui quello della libera espressione, andando a peggiorare ulteriormente una situazione comunicativa non certamente brillante, come testimonia il World Press Freedom Index secondo il report di Senza Frontiere che colloca il nostro paese al 43° posto in classifica nel 2019 [60]. Durante gli ultimi due anni, a fronte di un’analisi oggettiva della situazione, si può certamente immaginare come questa condizione non abbia potuto che peggiorare. Esaminiamo nel dettaglio gli aspetti che hanno portato l’Italia a una condizione di scarsa libertà di espressione e di chiusura al dibattito.
In primo luogo, la scelta comunicativa è stata quella di instaurare un clima di terrore attraverso una comunicazione pregna di paura, la quale mediante bollettini di “guerra” giornalieri mostrava diligentemente i numeri di contagi e di morti. Le conseguenze di questa strategia del terrore sono sin da subito emerse nella crisi psicologica che ha coinvolto soprattutto i più giovani - come denunciato da più di 1000 psicologi e psichiatri italiani attraverso un comunicato [61] - e in un’ipocondria senza precedenti da parte della popolazione adulta e anziana, il tutto accentuato dalla reiterazione della presentazione del worst case scenario invece di una comunicazione più bilanciata e rassicuratrice come in altri paesi.
Dal punto di vista di un possibile confronto democratico circa la gestione della pandemia, abbiamo assistito ad un’assolutizzazione del paradigma Thatcheriano “There is no alternative” circa la presentazione del protocollo “paracetamolo e vigile attesa” e successivamente del vaccino come uniche soluzioni possibili alla crisi pandemica. Ciò è avvenuto trascurando il fatto che sin dagli ultimi mesi della prima ondata, qui in Italia, c’erano stati medici e cliniche pubbliche e private che avevano sviluppato protocolli di cura perfettamente funzionanti che media e istituzioni conoscevano, come dimostrato da una denuncia [62]. L’assenza di trasparenza delle istituzioni non ha fatto altro che eliminare la possibilità di un confronto dialettico socratico che si pone il fine ultimo di far valere il pluralismo di prospettive e la possibilità di decidere democraticamente. Proprio il confronto è venuto a mancare a causa dell’imposizione di una fortissima logica dell’expertise secondo la quale solo gli esperti hanno il diritto di parola sulle singole questioni che affliggono la tenuta della società, per cui oggi i più che sono estromessi dal discorso medico-scientifico sono estromessi anche dalla vita pubblica; una simile imposizione è in totale contrasto con il concetto di libertà di espressione e di pluralismo che sono alla base di una sana democrazia.
Si è venuta profilando una realtà di propaganda mediatica in favore di una narrazione specifica, connotata da terrorismo psicologico. Tale propaganda è stata possibile dal momento in cui il governo ha deciso di pagare le emittenti locali per diffondere spot e informazioni allarmistiche e tendenziose sul COVID-19, sulla pandemia e sulla prosecuzione della stessa. Il finanziamento delle reti televisive è cominciato con il Decreto-Legge del 19 maggio 2020, in cui sono stati stanziati 50 milioni di euro [63]. Il 12 ottobre 2020 si è aggiunto un ulteriore finanziamento [64] seguito da un altro più recente il 10 settembre 2021. Con quest’ultimo decreto si stabilisce che “le emittenti radiotelevisive locali beneficiarie [65][66][67][68] si impegnano a trasmettere all'interno dei propri spazi informativi i messaggi di comunicazione istituzionale relativi alle misure adottate dalle autorità pubbliche per fronteggiare l’emergenza di sanità pubblica e per superare la crisi economica causata dalla pandemia COVID-19 che saranno resi disponibili dal Ministero dello sviluppo economico” [69], con un tariffario degno di nota [70].
La situazione che si è dunque venuta a creare mostra una parte maggioritaria molto preponderante della comunicazione mainstream italiana diventare totalmente dipendente del Governo. Ciò in definitiva mette in luce una profonda lesione di qualsiasi criterio di oggettività e indipendenza che il sistema mediatico, in veste di quarto potere in un ordinamento democratico che si rispetti, dovrebbe avere.
Per ultimo, si assiste all’esplosione dell’infame meccanismo del debunking - una forma di manipolazione che consiste nello smontare e confutare, facendone apparire l'infondatezza e la capziosità, teorie e informazioni diverse, critiche od opposte a quelle del “regime”. Le tecniche usate dai debunkers sono svariate e vanno dal bollare le teorie scomode come paranoiche, complottiste e bugiarde, al far apparire come un mentitore seriale chi le promuove, screditando lo stesso e chi lo segue - quindi le più vicine conoscenze, anche se esse non dovessero per nulla condividere ciò che pensa - passando per i registri di proscrizione e la character assassination, che sussiste in uno sforzo deliberato per danneggiare volutamente la reputazione e la credibilità di un individuo, pur di far quadrare ad ogni costo la versione ufficiale che è in realtà colma di fallacie e di lacune. Altre tecniche consistono nell’ignorare i fatti appurati, concentrarsi volutamente su un falso problema per distogliere l'attenzione da argomenti pericolosi per la tenuta della narrazione ufficiale, e infine trasmettere informazioni distorte per giustificare la narrazione dominante che più volte ha dimostrato d’essere irragionevole e irrazionale.
Negli ultimi due anni, qui in Italia, la comunicazione dei media mainstream ha conosciuto un ingiustificabile imbarbarimento che è sfociato in una comunicazione intrisa d’odio con l’evidente obiettivo di promuovere il paradigma del ‘divide et impera’ pregiudicando l’unità solidale del Popolo Italiano. Questo linguaggio d’odio sovente usato da politici, giornalisti, virologi, dottori, conduttori televisivi e radiofonici si è cristallizzato nella forma di etichette stigmatizzanti come novax, complottista, terrorista usate dagli stessi per convincere paternalisticamente il popolo circa la presunta condotta deviante e immorale di una minoranza e per criminalizzare qualsiasi forma di dissenso da parte della stessa minoranza di cittadini che hanno deciso di esercitare la propria legittima libertà di scelta poiché non sottoposti ad alcun obbligo reale per mezzo legislativo, bensì ad un obbligo surrettizio operato per mezzo del ricatto lavorativo mediante il Green pass; inoltre, tale scelta è nel pieno rispetto dellart. 32 della Costituzione Italiana [71], dell’art. 36 del Regolamento UE 2021/953 [72] e della Risoluzione del Consiglio d’Europa 2021/2361 [73]. Nel clima di grande disordine informativo che caratterizza la società postmoderna, la cultura dell’expertise (nociva per la tenuta democratica del paese e il rispetto del pluralismo e della libertà d’espressione e di parola), gli innumerevoli casi di disinformazione (informazione falsificata di proposito per danneggiare parti terze), di misinformazione (informazione falsa creata senza l’intento di creare danni) e di malinformazione (informazione vera ma volutamente distorta con disinvoltura deontologica per creare percezioni falsate della realtà) hanno avuto come effetto preponderante il rilanciare una esacerbata polarizzazione della società. Tale polarizzazione linguistica e culturale è stata costantemente alimentata dai dispensatori del pensiero dominante andando a discapito di una minoranza di cittadini non vaccinati per propria scelta. Questa situazione, caratterizzata da un evidente squilibrio comunicativo nelle trasmissioni televisive, se inizialmente risultava più o meno velata, oggi emerge nella sua totalità attraverso la normalizzazione della discriminazione derivata dall’uso del Green pass. Esempi di questo efferato e impunito linguaggio d’odio usato a reti unificate contro la suddetta minoranza sono i seguenti:
“Il Green Pass ha questo obiettivo, di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli di non influenza della velocità di circolazione del virus” Ministro del Dipartimento della funzione pubblica Renato Brunetta [74];
“Vi renderemo la vita difficile, come stiamo facendo, perché il non vaccinato e chi non rispetta le regole è pericoloso” - sottosegretario di Stato al Ministero della Salute Pier Paolo Sileri [75].
[In allegato alla fine del documento altri esempi aberranti] [a]
Dello stesso tono, se non peggiori, sono state le frasi d’odio scritte da giornalisti, politici e personale medico-sanitario: frasi che inneggiavano i commercianti a vietare l’accesso alle attività come si fa con gli animali in alcuni casi, i medici a “staccare la spina” ai non vaccinati se fossero finiti in terapia intensiva, gli enti governativi a fare una “pulizia etnica” all’insegna dello sterminio ai danni dei Tutsi per mano del governo ruandese; frasi che “augurano la mote” a tutti i non vaccinati, che spingevano maggiormente le istituzioni del Paese ad accentuare in tutte le forme la discriminazione esistente. Sono stati adottati pesanti epiteti denigratori, c’è chi ha gioito dei loro licenziamenti e ha consigliato di andare in giro con un “cartello al collo”, nello stesso stile della persecuzione ariana ai danni degli ebrei nella Germania nazista, oppure di sparire definitivamente dalla circolazione. Infine, sono stati definiti “Talebani” e quindi, secondo il meccanismo della reductio ad Hitlerum, sono stati ridotti alla stregua di terroristi, chiedendo alle istituzioni di sopprimerli in quanto tali.
Queste sono solo alcune delle centinaia di espressioni di odio che serpeggiano sia ai piani alti della società italiana che nella maggioranza di comuni cittadini. Quando ci si chiede come mai il popolo italiano oggi sia così diviso e come mai ci sia un clima di discriminazione espressamente nazista nei confronti di una minoranza, il motivo e il colpevole sono da individuare a partire dalle affermazioni di cui sopra.
Alla luce di ciò che in queste pagine vi abbiamo illustrato e con fiducia verso il senso di responsabilità che sicuramente caratterizza Paesi come il vostro, i cui valori si fondano sul rispetto della dignità umana e il rifiuto di ogni forma di discriminazione, vi chiediamo di aprire le vostre porte a chi, ora o in un infausto futuro, non si sentirà più a casa nel proprio Paese, a coloro ai quali è stato e sarà tolto il diritto al lavoro e la dignità che da esso deriva. Non sappiamo cosa ci attende il futuro, tutti noi speriamo di poter continuare a vivere nel nostro Paese, ma la storia ci ha insegnato che quando si semina la pianta dell’odio e della discriminazione, essa tende a crescere molto velocemente; se la violenza sociale e psicologica che sta invadendo l’Italia dovesse raggiungere i suoi massimi livelli e dovesse essere accompagnata da quella fisica e da un inasprimento delle leggi che violano la libertà individuale, confidiamo di ritrovare nei vostri Paesi e nelle vostre persone realtà che ci accettino con le nostre libertà e che si dimostrino sempre dalla parte degli oppressi. Ci auguriamo che comprendiate con profonda empatia le nostre parole e che vogliate combattere insieme a noi questa battaglia in favore dell’uguaglianza e di una società più umana.
Studenti contro il Green Pass - Bari
Allegato
“L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, non ti vaccini, ti ammali, muori oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, ti contagi, lui/lei muore. Questo” - Presidente del Consiglio Mario Draghi in una conferenza stampa. [a1]
“Il ministro Lamorgese richiami in servizio Bava Beccaris che sa come trattare questi Terroristi […] il feroce monarchico Bava, con il piombo gli affamati sfamò” - politico e giornalista Giuliano Cazzola [a2]
“Sarebbe possibile porre a loro carico una parte delle spese [mediche], perché colpevoli del fatto di non essersi vaccinati” - costituzionalista Sabino Cassese [a3]
“Immediatamente, per gli over 50, carabinieri a casa di chi non lo vuole fare [il vaccino] - giornalista Luca Telese [a4]
“Stiamo aspettando che i novax si estinguano, non aggiungo come perché lo sapranno da soli”; “Minacciano le persone, creano del terrorismo e del terrore, bisogna che il governo proceda ad arresto” - giornalista Paolo Guzzanti [a5] [a6]
“Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile” - giornalista Stefano Feltri [a7] “Ai novax, Zyklob B”- cartello sulla parete di un muro a Lucca [a8]
“Propongo una colletta per pagare ai novax gli abbonamenti Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci” - virologo Roberto Burioni [a9]
“Con qualche no vax in meno si sarebbero potuti salvare molti malati di cancro” - senatrice Licia Ronzulli [a10]
Riferimenti
[1] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Delibera del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, Comma 1
[2] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 febbraio 2020, Articolo 1
[3] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 febbraio 2020, Articolo 1
[4] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1 marzo 2020, Articoli 1-2
[5] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 marzo 2020, Articolo 1
[6] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020, Articoli 1-2
[7] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020, Articolo 1
[8] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020, Articolo 1
[9] YouTube, Palazzo Chigi, Dichiarazioni del Presidente Conte | 11/3/2020 | video con sottotitoli, minuto 8:50
[10] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 marzo 2020, Articolo 1, Comma 1
[11] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1 aprile 2020, Articolo 1, Comma 1
[12] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 aprile 2020, Articoli 1-2; Articolo 8, Comma 1
[13] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 aprile 2020, Articolo 1, Comma 1, Lettera a
[14] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 maggio 2020, Articolo 1, Comma 1, Lettere f, p, dd, ee; Articolo 2
[15] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 giugno 2020, Articolo 1, Comma 1, Lettere h, l, m, z
[16] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 luglio 2020, Articolo 1, Comma 1
[17] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 agosto 2020, Articoli 1-2
[18] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 settembre 2020, Articolo 1, Comma 1
[19] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Delibera del Consiglio dei ministri 29 luglio 2020 [20] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Delibera del Consiglio dei ministri 7 ottobre 2020
[21] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 ottobre 2020, Articolo 1
[22] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 ottobre 2020, Articolo 1
[23] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 ottobre 2020, Articolo 1
[24] Ministero della Salute, News e media, Notizie, “Coronavirus: Speranza firma decreto per definizione criteri monitoraggio”, Decreto del Ministero della Salute del 30 aprile 2020
[25] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 novembre 2020. Articoli 1-3
[26] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020, Articolo 1, Comma 4
[27] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 18 dicembre 2020, Articolo 1
[28] Ministero della Salute, News e media, Notizie, Vaccine day il 27 dicembre in tutta Italia e in Europa
[29] YouTube, Palazzo Chigi, “L'Italia rinasce con un fiore - Campagna vaccinazione anti Covid-19”
[30] Presidenza della Repubblica, Comunicati, “Il Presidente Mattarella ha ricevuto il Presidente del Consiglio Conte che ha rassegnato le dimissioni del Governo”
[31] Presidenza della Repubblica, Comunicati, “Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto il prof. Mario Draghi”
[32] Goldman Sachs, Media Relations, Press Releases, “Professor Mario Draghi joins Goldman Sachs” [33] Group of Thirty, Members, Senior Member, Mario Draghi
[34] Banca d’Italia, Chi siamo, Storia, I Governatori e i Direttori Generali, Mario Draghi
[35] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Delibera del Consiglio dei ministri 13 gennaio 2021
[36] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, Articoli 7-48
[37] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 1 aprile 2021, Articolo 4
[38] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Delibera del Consiglio dei ministri 21 aprile 2021
[39] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 22 aprile 2021, Articolo 2, Comma 1; Articolo 9
[40] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 18 maggio 2021, Articoli 1-11
[41] Ministero della Salute, News e media, Notizie, “Covid-19, nuova circolare del Ministero aggiorna le linee guida per le cure domiciliari”, Circolare 26 aprile 2021
[42] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco 14 giugno 2021, Articolo 1
[43] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Ministero della Salute 12 luglio 2021, Articolo 1, Comma 2
[44] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco 4 agosto 2021, Articolo 1
[45] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco 30 agosto 2021, Articolo 1
[46] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 23 luglio 2021, Articoli 1, 3
[47] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 6 agosto 2021, Articolo 1, Comma 6; Articolo 2,
Comma 1
[48] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 21 settembre 2021, Articolo 1, Comma 1; Articolo 2, Comma 1; Articolo 3, Comma 1
[49] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 ottobre 2021 [50] YouTube, Palazzo Chigi, “Conferenza stampa del Presidente Draghi e dei Ministri Cartabia e Speranza”, minuto 14:07
[51] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 26 novembre 2021, Articoli 1-2, 5
[52] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 24 dicembre 2021, Articolo 1, Comma 1; Articolo 5; Articolo 8, Comma 1
[53] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, Articolo 24, Comma 3 [54] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 30 dicembre 2021, Articolo 1
[55] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 7 gennaio 2022, Articoli 1-3
[56] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, DPCM 21 gennaio 2022, Articolo 1, Comma 1
[57] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 4 febbraio 2022, Articoli 1, 4
[58] YouTube, Palazzo Chigi, “Covid-19, conferenza stampa del Presidente Draghi, minuto 1:53 [59] Senato della Repubblica, L’Istituzione, La Costituzione, Parte I, Titolo I, Articolo 21
[60] Reporter Without Borders, World Press Freedom Index, Ranking 2019, Italy
[61] Comunicato Psi - L’allarme di psicologi e psichiatri
[62] Riapriamo l’Italia in Salute, Denuncia gestione COVID
[63] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto-Legge 19 maggio 2020, Articolo 195
[64] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 12 ottobre
2020, Articolo 1
[65] Ministero dello Sviluppo Economico, Temi, Incentivi, Incentivi Comunicazioni, Fondo emergenze emittenti locali, Allegato A - Graduatorie TV commerciali
[66] Ministero dello Sviluppo Economico, Temi, Incentivi, Incentivi Comunicazioni, Fondo emergenze emittenti locali, Allegato B - Graduatorie TV comunitarie
[67] Ministero dello Sviluppo Economico, Temi, Incentivi, Incentivi Comunicazioni, Fondo emergenze emittenti locali, Allegato C - Graduatorie radio commerciali
[68] Ministero dello Sviluppo Economico, Temi, Incentivi, Incentivi Comunicazioni, Fondo emergenze emittenti locali, Allegato D - Graduatorie radio comunitarie
[69] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 10 settembre 2021, Articolo 1, Comma 3
[70] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 10 settembre 2021, Allegato
[71] Senato della Repubblica, L’Istituzione, La Costituzione, Parte I, Titolo II, Articolo 32
[72] Eur-Lex, Quick Search: 32021R0953, Regulation (EU) 2021/953, Article 36
[73] Europeanrights, Altri Atti, Atti del Consiglio d’Europa: Risoluzione 2361 (2021)
[74] YouTube, Corriere della Sera, “Green pass, Brunetta: «Misura geniale. Necessario per tutti i lavoratori»”, minuto 3:06
[75] YouTube, La7 Attualità, “Pierpaolo Sileri contro i No vax: "Vi renderemo la vita difficile", minuto 0:29