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Giuseppe A. Spadaro

(Noto 1934) esordisce come poeta nel 1956 con Schegge di dolore (Gastaldi Ed.) e, dal 1992, come storico dell'Arte  con Il caso Borromini. Nel 1996 per i tipi della Shakespeare and Company appareil suo Rogatoria Finaleromanzo-documento sulla tragica fine di Ferrante Pallavicino decapitato ad Avignone per una vendetta dei Barberini nipoti di Urbano VIII. Segue, nel 1998, Il Fascismo crocevia della modernitàsu quel filone del modernismo religioso confluito nel fascismo. Nel 2002 appare L'equivoco della liberaldemocrazia (Antonio Pellicani Ed.) sull'inconciliabilità dei concetto di liberalismo democrazia. Sconcerta nel 2005 il divertissement In pruritu carnis per il tono disinvolto con cui affronta i più scottanti problemi dell'uomo. Il 4 luglio 2007, per il secondo centenario della nascita di Garibaldi, viene presentato alla Biblioteca Naz. Centrale 1860: Sicilia dei misteri - Garibaldi di fronte alla Storia. Torna a sconcertare nel 2009 con L'albero del Bene - San Francesco teologo cataro (Ed. Arkeios), rivelando l'eresia catara presente nel pensiero e negli scritti del Santo. Nel 2012 in Dell'imitazione e della memoria (Bibliotheca Ed.) con un Discorso semiserio sull'Uomo racconta la perenne avventura dell'Uomo per uscire dal Labirinto. Infine nel 2014 per le Ed. Mimesis in Fuga da Venezia - Muoia l'empio Giannone si prende gioco delle pretese scoperte scientifiche dei vari Newton, Leibniz etc. mutuate in realtà dall'Ermetismo, dall'Alchimia e dall'Astrologia.

 

 

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