Gli uomini del Presidente
L'aspetto più interessante di questo periodo è forse la totale mancanza di pudore in relazione a pratiche che, fino a qualche tempo fa, si tenevano per lo meno nascoste.
Sto parlando dell'attività di lobbying, sulle cui tecniche ormai si scrivono veri e propri manuali (come quello pubblicato dal numero uno di IRBM, la società di Pomezia che ha approntato, con l'Università di Oxford, il vaccino anti Covid di AstraZeneca).
Una prassi che, in un'epoca in cui la separazione tra pubblico e privato è stata via via azzerata, viene ormai tranquillamente dichiarata.
Il presidente eletto USA Joe Biden, per esempio, ha annunciato di aver scelto Lloyd Austin come segretario alla difesa e Antony Blinken al vertice de Dipartimento di Stato.
Eppure entrambi sono stati "D.C. partners" per Pine Island Capital Partners, una società di investimento specializzata in aziende di armi.
I due prescelti hanno fornito consulenza a diversi influenti legislatori poi diventati lobbisti, tra cui l'ex leader della maggioranza al Senato Tom Daschle e l'ex leader della maggioranza alla Camera Dick Gephardt, ognuno dei quali gestisce in piena serenità le proprie società di lobbying, in grado di attirare clienti stranieri e nazionali.
La Pine Island Capital Partners, che è nata nel 2018, sul suo sito non fa alcun mistero della sua strategia di assumere consulenti con approfondita conoscenza del funzionamento interno di Washington.
D'altra parte come negare il conflitto di interesse, dati i recenti investimenti di Pine, per un totale di 218 milioni di dollari, rastrellati da svariate società di Wall Street e iniettati proprio in società militari e aerospaziali?
Il duo Austin-Blinken risulta tranquillamente in organico, per quanto momentaneamente in sospeso, causa incarichi politici. Sicuramente lavorerà duro, nell'interesse del Paese.
E della democrazia.