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Il paradiso di un genitore

Pensavo a tutto questo impegno, adesso. E a quanta sofferenza, spesso..

A tutto questo sforzarsi di educare, di render migliori, di insegnare a controllare i propri impulsi, costantemente profuso nei confronti dei nostri figli.

Un mestiere duro, talvolta aspro, il nostro. Quasi sempre avaro di soddisfazioni..

Ecco, mi chiedo se questo lavoro non sia soltanto il modo con cui adesso ci tocca pagare, in questa maniera, tutto il dispiacere che, a nostra volta, decenni fa abbiamo causato ai nostri genitori. Se non si tratti di qualcosa di più, insomma. Di una sorta di cammino di redenzione.

Tutta questa fatica gratuita, disinteressata, volta soltanto a far del bene ai nostri bambini al solo scopo di farne, un giorno, delle persone giuste, al di là del risultato effettivamente ottenuto è, probabilmente, la via maestra per render migliori noi stessi.

Questi nostri figli non possono ancora capire l'immensa fortuna di cui godono adesso. Esattamente come non potevamo capirlo noi, alla loro età. Dopo di noi, nessun altro mai avrà voglia di spendersi per loro. A nessuno mai fregherà più nulla, di qui a qualche anno, della loro crescita morale. Nessuno si spenderà più per i nostri figli, tanto più in questo senso.

Ma il nostro sforzo, quello che - in uno stato di quasi costante apprensione, insoddisfazione, senso di inadeguatezza - quotidianamente ci vede impegnati per la loro evoluzione morale, al di là degli obiettivi effettivamente raggiunti resta forse la strada principale per poterci riscattare.

La via maestra da percorrere, verso la vetta che ci attende.