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Fratello Olocausto

Pietro Ratto, 27 gennaio 2017

“.. se questa ebraica razza straniera è lasciata troppo libera di sé, diventa subito persecutrice, vessatrice, tiranna, ladra e devastatrice dei paesi dove si stabilisce. E per ciò fu tante volte perseguitata, vessata, tiranneggiata, rubata e devastata anch'essa dai Popoli esasperati. Laonde, per impedire che questa razza perseguiti o sia perseguitata, sono necessari i freni sapienti e leggi speciali a sua non meno che nostra difesa e salute.”

Quante volte ci siamo imbattuti in discorsi come questi, a proposito della piaga dell’antisemitismo e dell’orrenda politica razziale nazionalsocialista che se ne fece interprete, dall’ascesa al potere di Hitler in poi.

Un pregiudizio granitico, glaciale, che non conosce dubbio o ravvedimento. Che con quella criminale certezza assoluta, così tipica degli ignoranti, stigmatizza un’intera classe, in questo caso un’intera “razza”, scorgendo e denunciando in essa contorni e caratteristiche essenziali di chi, irreparabilmente, opera il male.

Il problema però, questa volta, è un tantino diverso. Perché ad attaccare con questa acredine e questa violenza quegli “ebrei, eterni fanciulloni insolenti, caparbii, sporchi, ladri, bugiardi, ignoranti, seccatori e flagello dei vicini e dei lontani”, manifestando con orgoglio quella “ripugnanza che la civiltà cristiana sempre sentì e sente contro la razza ebrea”, non sono i nazisti, non è Hitler [...]

L'intero saggio è consultabile in: P. Ratto La Storia dei vincitori e i suoi miti, Dissensi edizioni, Viareggio, 2018