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I
libri di nessuno
Di
questi tempi può capitare di imbattersi in un'altra, desolante novità.
Funziona così. Cammini per strada e ti imbatti in qualche libro posato
qua e là. Si chiama Book Crossing (ma perché mai, al nostro
tempo, qualsiasi nuova invenzione deve avere un nome in inglese?). Se ne
apri uno a caso, ci trovi scritto che mica è stato abbandonato: risulta
anzi regolarmente registrato. Puoi prendertelo, leggerlo, per poi
lasciarlo di nuovo "nell'ambiente" (ah, quanto amo l'era dello
smaltimento!), ad attendere che qualcun altro si accorga di lui. Puoi
anche mollare in giro - e consegnare alla stessa sorte - qualche libro
tuo, qualche volume che hai a casa e che non leggi più.
Di questi tempi in cui leggere, per i nostri ragazzi, costituisce ormai
una fatica immensa ed una noia mortale, va bene tutto, d'accordo; anche
iniziative come questa. Ma io, all'idea che un mio libro sia rimasto solo,
abbandonato (perché di abbandono, comunque, checché
se ne dica, si tratta), al freddo e al gelo, magari persino sotto la
pioggia, starei malissimo. Io non me la sentirei proprio, accidenti! Puoi
giurarci: passerei il resto della vita a ripensare a lui, al mio caro
libricino... A sentirmi in colpa, a ricercarlo ovunque..!
Iniziative di questo tipo danno l'idea sia del grado di emergenza a cui la
nostra cultura è giunta, sia del valore che, ai nostri giorni,
riconosciamo ai nostri libri. E non solo perché rifiutarsi di leggere
equivale a dipendere sempre più dal potere dei Signori della Tv, ma anche
perché, di fatto, significa rinunciare ad uno dei più grandi piaceri
della vita. E poi, dai: "apprezzare" qualcosa, non vuol dire
riconoscergli un "prezzo"?
Quanta strada abbiamo fatto, in questa nostra vergognosa caduta, per
ritrovarci nel desolante baratro in cui ci troviamo ammucchiati? Quanto
siamo sprofondati da quel "Libris satiari nequeo" di un
Petrarca che confessava il suo tremendo peccato di cupiditas al
cospetto di una Chiesa che si ostinava a vietare questa pericolosa "studiosa
luxuria" in continua, allarmante diffusione?
Gli antichi divieti non servono più a nulla, nell'era dell'assoluta ed
infallibile persuasione mediatica. Non serve più sforzarsi di vincere,
rischiando oltretutto di trovarsi magari di fronte un Giordano Bruno, uno
di quei piantagrane che si ostinano e che arrivano a sacrificarci la
vita.. No, no, troppo faticoso, troppo dannoso "per
l'immagine"... Da Freud in poi è tutto molto più semplice: basta
limitarsi a convincerla, la gente.
Insomma, niente da fare. Riescono sempre in tutto. Ci mettono un po' di
secoli, d'accordo (d'altra parte loro non hanno mica fretta, no?)... Prima
o poi, però, ci puoi scommettere che i loro obiettivi li raggiungono.
Come in questo caso. Con tutti questi nostri libri, fradici e strappati,
miseramente abbandonati sulle panchine dei giardini ma, per carità,
rigorosamente "registrati".
Pietro
Ratto - 09 novembre 2014
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Cfr,
a tal proposito, anche:
La
vera protesta è scritta
-
TUTTI
GLI SCRITTI -


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